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San Pietro 

Il nome stesso del centro abitativo “Châtillon” consente di presumere che il luogo doveva essere fin dall’epoca della presenza romana sede di un importante presidio militare lungo la strada, che conduceva dall’Italia alle Gallie passando per Augusta Praetoria (Aosta).

Ne sono testimonianza i resti dell’antico ponte romano (ancora visibili nell’arco sottostante l’attuale ponte situato d’innanzi al santuario della Madonna delle Grazie) gravemente danneggiato a seguito del passaggio delle truppe francesi nel 1691, inoltre il ritrovamento (quando venne edificata la nuova chiesa parrocchiale) di 5 pietre tombali dell’epoca dell’Imperatore Tiberio, al presente murate lungo la scalinata di accesso alla chiesa parrocchiale e parte sul lato destro della facciata centrale della chiesa medesima.

Probabilmente lo stesso campanile venne costruito utilizzando una antica torre fortilizia.

Il primo documento attestante l’esistenza della Parrocchia di Châtillon risale al XII° secolo, nel quale si afferma come “da tempo immemorabile i canonici della Cattedrale esercitavano il diritto di nomina del parroco di Châtillon”, il quale per questo motivo era tradizionalmente canonico effettivo della Cattedrale con l’obbligo di partecipare all’ufficiatura nella chiesa aostana, sede episcopale.

Le prime notizie certe sulla chiesa parrocchiale si desumono da una visita pastorale di Mons. Bonanni risalente al 1576: la chiesa orientata verso est (secondo l’uso tradizionale delle chiese antiche) aveva una sola navata, oltre all’altare maggiore lungo le pareti laterali erano addossati 5 altari minori. All’esterno dell’edificio lungo i muri perimetrali vi era il cimitero.

Il rifacimento della porta d’ingresso, attraverso il campanile, risale al 1607: un dipinto raffigurante la Crocefissione con una scritta gotica (ormai scomparso) situato sopra il portale d’ingresso, era stato eseguito nel 1614.

Il Barone Paul Emanuel de Challant nel 1633 dona un edificio (l’attuale Convento dei Padri Cappuccini) situato al centro del borgo di Châtillon per ospitare “les Frères de St-François” provenienti dalla Savoia.

Nel 1643 viene edificato sulla destra orografica del torrente Marmore, dove da tempo era stato eretto un oratorio mariano, di fronte al ponte romano una cappella votiva dedicata alla Madonna delle Grazie, dono di Alessandro Beffa, un mercante originario della Valsesia.

La chiesa parrocchiale del 1661 viene ampliata a 3 navate. Pochi anni dopo il canonico Jean-Jacque Linty, originario di Gressoney, fa consolidare ed innalzare il vecchio campanile, ritenuto sproporzionato rispetto all’ampliamento che aveva avuto la chiesa (a. 1973), mentre all’interno della chiesa aveva fatto installare in precedenza (a. 1791) un nuovo altare maggiore ricco di marmi policromi (lo stesso altare è in seguito stato posizionato nel presbiterio della nuova chiesa).

Nel 1841 la chiesa è oggetto di un nuovo intervento di ampliamento prolungando la navata centrale addossando sul lato sinistro del presbiterio la nuova sagrestia.

Tuttavia la capienza della chiesa era sempre insufficiente rispetto al progressivo crescere della popolazione: il nuovo parroco, il canonico Basile Ruffier, originario di Cogne, avverte l’urgenza di un intervento risolutivo. Due sono le soluzioni prospettate: un ulteriore ampliamento della vecchia chiesa (soluzione  questa fortemente  condizionata dall’essere l’accesso ai piedi del campanile) o la costruzione di una chiesa nuova più rispondente alle esigenze di una popolazione in crescita. Il parroco can. Ruffier, confortato dall’appoggio entusiasta del vescovo Mons. Duc (nativo di Châtillon), si mostra subito favorevole per la realizzazione di una chiesa nuova: il progettista è l’ingegnere architetto Carlo Saroldi di Torino, lo stesso che qualche anno dopo, nel 1911, progettava il Castello del Barone Gamba in Frazione Breil sempre a Châtillon.

L’11 giugno del 1901 il parroco comunicava ufficialmente alla popolazione la soluzione definitiva: si doveva abbattere la vecchia chiesa per dare inizio ai lavori del nuovo edificio, da alcuni definita ironicamente “la basilique” non condividendo la scelta di rinunciare alla chiesa dei propri avi (l’evento originò una sofferta polemica tra la popolazione).

Il 30 giugno 1902 iniziano i lavori di demolizione per poter procedere alla costruzione della nuova chiesa secondo il progetto realizzato dall’ing. Saroldi.

Dopo soli 3 anni di intenso lavoro il 27 agosto 1905 viene consacrata la nuova chiesa dal vescovo Mons. Duc; l’edificio si presenta orientato a nord: l’altezza è di m. 17,50 con una larghezza di m. 18,25 e una lunghezza di m. 46. Le dieci colonne, provenienti da Baveno alte m 6 in granito rosso-bianco, danno un’impronta neoclassica a tutto l’edificio. Le pitture della volta nella navata centrale rappresentano Maria Assunta in cielo e S. Pietro: sono opera dei fratelli Alessandro e Augusto Artari di Verrès.

Nel 1912 viene inaugurato il nuovo organo, comprendente 1789 canne, costruito dalla Ditta Vegezzi Bozzi di Torino (restaurato nel 2000).

Dal 1945 al 1948 il pittore Ettore Mazzini esegue i due grandi dipinti posti ai lati del presbiterio (rappresentano la pesca miracolosa e l’ultima cena), gli angeli musicanti sulla parete sovrastante la tribuna dell’organo e tutti i quadri della Via Crucis.

Nel 1991 viene posata la nuova pavimentazione in marmi policromi. Un piccolo museo, sito al lato sinistro del presbiterio, presenta alcuni preziosi oggetti liturgici (tra i quali un ricco prezioso ostensorio a tempietto gotico del XVI° secolo e un reliquiario in rame argentato del XV° secolo), statue lignee di santi del XV° secolo, preziosi paramenti sacri che sono una significativa testimonianza artistica della nostra Valle.

Nel 2001, grazie anche alla generosità di alcuni parrocchiani, sono state realizzate e poste nelle nicchie antistanti la facciata della chiesa le statue di S. Pietro e di S. Paolo.

Nell’anno 2003 terminano i lavori di ristrutturazione della facciata della chiesa.

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